E come tutti gli anni ci risiamo… oggi è uno di quei giorni che nn vorresti arrivassero mai, ma come arriva la primavera arrivano anche i miei problemi.
Ormai sono anni che convivo con questa fastidiosa menata rappresentata dalla calza riposante e come ogni anno mi dico che devo avere paziena, che intanto questa situazione resterà sempre uguale e che anzi, devo ritenermi fortunata perchè potrei avere entrambe le gambe fasciate in calze riposanti, mentre in realtà ho soltanto la dx… ma nn potrei farne a meno e avere entrambe le gambe normali?
Oggi volevo anche comprarmi un paio di scarpe, ma al pensiero della caviglia gonfia e della possibilità di acquistare un paio di scarpe che poi con il gonfiore del piede nn mi andassero più bene, mi sono arresa ed ho aspettato! E’ il caso che vada a comprami le scarpe nuove con la calza, perchè un po’ di spazio questa sciagurata lo occupa!
Però mi ricordo ancora le mie gambe prima della malattia, a come mi piaceva mostrarle e a come nn mi facevano male… ed invece ora… uffffffffiii… che palle!! So che nn mi devo piangere addosso… ma ora io ne ho voglia…
Ed ora l’ultima situazione, con la mia cara amica implicata nella sua ennesima complicanza di vita sentimentale e nn.
Sposata da 5 anni con un marito carinissimo, ma pur sempre un uomo, con le sue scelte semplici e la sua vita di coppia complicata da una donna, che come tutte le donne, complica la propria esistenza e quella degli altri.
Iniziamo con il dire che questa ragazza ha sempre avuto problemi sanitari che l’hanno portata a sedute di analisi ed all’assunzione di farmaci. Lui è a conoscenza sia dei trascorsi di questa donna, sia delle necessità e difficoltà odierne. A tutto questo sommiamo anche la perdita del lavoro e il desiderio difficile da realizzare della nascita di un bimbo.
E’ sempre stata abituata ad avere una vita semplificata dalla presenza costante ed invadente dei suoi genitori che da una parte l’aiutavano in quello che riguardava l’aspetto economico, ma che nello stesso tempo invadevano la sua vita, agevolata da lei che preferiva che certe scelte venissero affrontate da loro e nn in prima persona.
Poi si è sposata, è andata a vivere in un posto, che nemmeno a dirlo, la famiglia nn concorda e la sua vita è cambiata.
Le scelte le doveva fare lei, la vita essendo di coppia prevedeva l’esistenza di un’altra persona alla quale pensare e nn solo a se stessi. Senza considerare che il marito per quanto bravo e caro, è sempre preoccupato per la situazione lavorativa, ma che spesso nn fa nulla per cambiarla per nn scontrarsi con i suoi familiari.
Ed ora che succede? Lei è scontenta, si perde nell’alcool per nn affrontare le sue scelte e si è riabbandonata nel virtuale.
Dei tre post scritti ultimamente, per me, questo è il più complesso, perchè da una parte vorrei aiutarla e dall’altra vorrei che lei imparasse dai suoi sbagli per capire in che direzione sia meglio procedere. Ma nn so che fare ed è per questo che scrivo sul mio blog. Cerco di riordinare le idee, anche perchè quando un’amica, anzi una cara amica ha bisogno, mi sento in dovere di sostenerla, di cercare di aiutarla a vedere le varie sfaccettature di una situazione che in certi casi sembra più grande di noi ma che poi è gestibilissima, naturalmnte con rinunce e patimenti.
Ma quanto siamo disposti a rinunciare? Anche se sappiamo cosa sia giusto fare… abbiamo poi voglia di farlo? Di attuare la risposta che ci frulla nella testa?
Io penso che ognuno di noi sia fautore del proprio futuro, ognuno di noi è libero di fare delle scelte. E sono proprio queste scelte che ci rendono migliori… o peggiori…
Migliori, poi.. peggiori, poi… ma agli occhi di chi? I nostri!!
Se poi vogliamo rampare fuori da questa situazione… E qui siamo dinanzi ad un’altra domanda: vogliamo venirne fuori oppure ci piace maggiormente crogiolarci in questa esistenza triste e sconsolata?? (e qui mi viene in mente l’ennesima storia della quale narrerò nei prox giorni)
Ma qui sto perdendo il senso del discorso e del post. Io penso che questa ragazza o giovane donna che dir si voglia, debba prendere in mano la sua vita. Scrivere su un foglio bianco quello che vuole e poi quello che ha e capire che forse, quello che ha nn è proprio quello che vuole, ma è quello per il quale si è impegnata per essere quello che è.
A questo punto spero proprio che un sorriso appaia su quel volto che ultimamente sto vedendo sempre più spesso imbronciato e giri il foglio per riniziare a scrivere di lei, della sua vita, della sua coppia e nn sognare sempre e comunque le cose.
Anche perchè come dice Sana -_- : ognuno di noi ha in fondo al proprio cuore un sogno irrealizzabile… e ci deve convivere per forza!
Pertanto prendiamo fiato e ripartiamo da dove abbiamo lasciato!!!
Continuando con le problematiche del cuore direi di affrontare la seconda situazione di cui ho già anticipato.
Lei, quasi quarantenne con un bambino piccolo. Si è lasciata da poco con il padre di suo figlio con il quale non aveva, e forse nn ha mai avuto, nulla da dire o da spartire. Il rapporto continuava a sopravvivere perché nessuno dei due si creava problemi. Erano compagni di stanza e quasi più di letto, condividendo solo la vita del figlio. Le vacanze erano un martirio! Lui le faceva per riposarsi e stare beato a nn far nulla con la famiglia. Lei voleva girare, interessarsi, staccare la spina restando attivi e divertirsi. Insomma il giorno e la notte! E sono state proprio le vacanze estive che le hanno fatto capire cosa significava quella coppia scoppiata e che cosa rappresentava un suo compagno di lavoro. I mesi sono passati ed alla fine il rapporto è scoppiato. Lei e lui si sono allontanati definitivamente e lei si è attaccata al suo compagno di lavoro come ancora di salvezza.
Ma lei e il nuovo compagno nn hanno assolutamente niente da spartire. Lui è il classico trentenne bamboccione, accudito in tutto dalla mamma e dal papà, che vive del vitto e dell’alloggio dei suoi. Lei si trova ad avere una nuova casa nella quale abitare con suo figlio, un solo stipendio, l’affitto e le bollette da pagare, una serie di complicanze derivanti dalla presenza di questo figlio un po’ birbone e per certi versi poco gestibile essendo cresciuto in un ambiente in crisi di coppia.
Ora lei si trova a nn riuscire più gestire la nuova coppia.
Il nuovo compagno si è impossessato del suo spazio, lei gli ha permesso di invadere la sua nuova casa con spazzolino, lampada e coperta e lui nn ha capito che lei nn aveva bisogno di un nuovo intruso nella sua vita, ma di un compagno che le stesse vicino e che l’aiutasse a superare tutta quella serie di problematiche che una donna sola deve affrontare.
Ma forse io pretendo troppo! Gli uomini nn sono così come noi vorremmo, ma il nuovo tipo si è davvero catapultato nella vita di questa donna senza valutare che vista la situazione nn doveva privarla del suo spazio.Lei in questo momento nn ha tempo per lui, ha tempo solo per se stessa e per il uso bambino. Il nuovo fidanzato verrà allontanato e se nn capisce al volo, direi escluso, dalla sua nuova vita.
Certamente la colpa è soprattutto di lei perché ha permesso all’individuo di entrare in casa, ma anche l’individuo pur essendo innamorato poteva fare a meno di essere così pesante.
Quello che sono certa è che assisteremo ad una seconda coppia scoppiata in meno di 1 anno, con un bambino ed una mamma alla ricerca di qualcosa che spero troveranno al più presto!
Domanda: ma noi donne abbiamo per forza bisogno dell’ancora di salvezza? Oppure sono solo certe donne che devono sentirsela raccontare per affrontare la vita dando la colpa sicuramente a qualcosa che nn dipende da loro anche se in realtà almeno il 50% del dolo è loro?
Questi sono interrogativi che spesso mi sono fatta perché nn è la prima volta che mi trovo ad affrontare persone che per salvarsi scaricano la colpa sugli altri. Ma poi, nella loro cameretta, prima di addormentarsi, si sentono a posto con la coscienza?
In questo periodo sto vivendo tre problematiche sentimentali di tre mie diversissime amiche e per la prima volta nn riesco a darmi una risposta…
Ma ne voglio affrontare una volta!
La prima è una cara amica, la conosco davvero da una vita e da una vita so che è una persona non tantissimo complicata ma che certamente ha fatto delle scelte durante la sua vita che l’hanno segnata direi in modo positivo, ma che comunque le hanno modificato moltissimo l’esistenza.
Da quello che so ha una famiglia bella con due bimbi ed un marito splendido. Lo ama, a sentire lei, nn l’ha mai tradito e pensa che nn lo tradirà (… mai dire mai in queste situazioni).
Tempo fa sul posto di lavoro ha incontrato un collega. Nn è mai successo nulla tra i due anche se lei afferma che qualcosa è successo perché si è formata una strana complicità.
Poi per una serie di eventi nn si sono più incontrati. Ora a distanza di mesi si sono incontrati e lei, appena ha visto lui, ha lasciato il passeggio con i bambini e il marito per raggiungere lui che l’ha salutata a poca distanza essendo lui vicino alla sua auto in sosta.
Il marito di lei nn le ha detto nulla, i bambini nn si sono accorti, ma lei appena visto lui è “impazzita” mollando tutto e tutti solo per raggiungerlo e salutalo. E lui ha 8 anni in meno di lei…
Che dire? In fin dei conti nn fa male a nessuno. Penso che per lei sia una fantasia che forse la fa sentire più giovane? Più ammirata? Che le fa ricordare i momenti di gioventù quando potevi permetterti di flirtare con i ragazzi..
Nn me la sento di dirle nulla o di farle alcuna predica… anche perché nn saprei cosa contestarle…
Ma la domanda è: il marito le basta? Io direi di si.
Oppure: vuole evadere dalla routine? Se nn fa male a nessuno, magari la rende più felice e quindi più luminosa agli occhi del marito…
O ancora: l’uomo in questione è sposato con figli e il rapporto con la moglie è bello, quindi penso che anche per lui la cosa nn avrà seguito..
Quindi direi: se le cose stanno bene a tutti perché preoccuparsi???!!
Ma lei qualche preoccupazione la ha quindi: ?????
“Continua per la tua strada, sii felice e accetta le tue fantasie, in fin dei conti non le abbiamo un po’ tutte noi???!!!
Nella scuola di Sofia stanno attuando una politica che per certi versi condivido, ma per altri preferirei che venisse gestita in modo leggermente diverso.
Nell’Istituto comprensivo vi è la mensa. Accedono a questa mensa i bambini ed i ragazzi della materna, della primaria e della secondaria di primo grado.
Il problema, che penso poi sia un problema di quasi tutte le Amministrazioni locali, riguarda il pagamento dei pasti da parte dei genitori. Molte sono le famiglie che nn pagano la mensa e moltissime sono le famiglie che si sbattono, soprattutto in questo periodo di amgra, per pagare i pasti dei loro figli.
L’Amministrazione comunale le ha provate tutte, ma alla fine ha deciso con una delibera di G.C. di non permettere ai genitori dei bambini aventi saldo negativo superiore a €. 100,00 di poter accedere al servizio.
Per i bambini questo è un delirio, ma con questa tipologia di genitori nn vi era modo per limitare il danno.
A molti nn interessa la situazione dei figli, pertanto anche avendo problemi economici non forniscono al Comune le attestazioni ISEE al fine di abbassare il costo del pranzo ed accumulano debiti che poi nessuno salda e che in questo periodo di magra, l’A.C. nn riesce a smaltire.
Ma che fare? Il bambino che nn può accedere al servizio dovrebbe essere ritirato da scuola entro le ore 12 e riportato a scuola, se necessario, entro le 14. Ma che si fa se il genitore nn va a prendere il figlio? Lo si porta il segreteria della scuola, facendo vedere a tutti i suoi amici questa procedura? Oppure lo si porta in mensa… ma chi paga il pasto? il genitore moroso? La scuola? L’Ente?
… questo è davvero un casino!!!
Per fare certe scelte ci vuole coraggio, ma il vero coraggio viene fuori quando ci sono da gestire i risvolti di queste scelte… e nel frattempo ci vanno di mezzo i bambini e i dipendenti che non devono rendere vane le scelte dei “potenti”.